
DONNA A/I 2018 - ISSUE #8
Hai già messo a fuoco la serata?
Sofisticata e preziosa la donna Davide Cenci Dal 1926 sceglie il velluto: minimalismo black and white in velluto e cashmere.
Epoche lontane, salotti borghesi e abiti regali: parliamo del velluto, materiale nato nella zona compresa tra
Asia centrale, Iran e Iraq intorno al XIII secolo. Evocativo e sofisticato deriva dal latino vellus quindi vello,
mantello o copertura di pelo fitto, ma arriva a noi con il nome di sciamito, tessuto medievale di particolare
struttura e intreccio, visibilmente satinato e brillante.
Palermo e Venezia rappresentano le prime città europee in cui avviene la sua lavorazione e questo è dovuto al fatto che una era legata all’importazione
araba mentre l’altra era in contatto continuo con l’Oriente. A seguito poi dell’insurrezione dei Vespri molti
tessitori, spostandosi verso le repubbliche di Amalfi e Lucca, ne fecero proliferare la produzione e
certamente fecero ampliare l’interesse nei confronti di questo tessuto così avvolgente e sintomatico di preziosità e ricchezza.

IL VELLUTO TORNA E RITORNA PREPOTENTEMENTE PROTAGONISTA: DAL XIII SECOLO AI GIORNI NOSTRI, TRA EPOCHE LONTANE, SALOTTI BORGHESI E ABITI REGALI, FINO ALLA DONNA CONTEMPORANEA, TRA FALSA INNOCENZA E POTERE.

L’opulenza che ne traspare grazie a broccati in oro e argento strizza l’occhio anche alla storia dell’arte che non si chiama fuori dal celebrarlo e innalzarlo a fuoriclasse: a testimonianza di quanto il velluto sia stato apprezzato dalla classe nobile esistono numerosi dipinti e opere. Esemplificativi gli affreschi del Ghirlandaio o quelli di Palazzo di Schifanoia a Ferrara. Dame e cavalieri della Corte Sforzesca e quadri al limite della fotografia di artisti come Antonello da Messina.
Colore del sangue e della passione, nei toni dal carminio al bordeaux, padroneggia anche durante il periodo dell’art nouveau che accostandolo a sete e chiffon lo elegge simbolo di lusso e lussuria fino a dare vita, intorno ai ’70 a un’idea di donna young e dark dalla falsa innocenza e di un certo potere. Un angelo nero dai tratti di malefica castellana sarà poi a seguire la femmina protagonista di alcune più o meno insolite passerelle, da L’Wren Scott a Gucci.
A volte sì ridondante, il velluto torna e ritorna prepotentemente protagonista e lo rifà anche nella proposta di Davide Cenci dal 1926 dove viaggiano in abbinamento il cappotto doppiopetto corto e nero in velluto di seta che grazie alla sua lavorazione risulta altamente luminoso e morbido al tatto e il pantalone vestibilità slim in tessuto jacquard tono su tono ed elasticizzato.
Il dolcevita bianco è in puro cashmere con lavorazione a
minitreccia, profilo a contrasto e dettaglio fiocco sui polsi. Ai piedi la versione femminile della Shannon
della Church è una riproduzione dell’omonima scarpa da uomo con i lacci, dal design morbido ed elegante.
Un total black look perfetto per serate formali in cui mantenere una certa istituzionalità ma ideale anche se
mixato a un jeans per alleggerire un tessuto imponente e divo quale abbiamo capito essere il velluto.
VELLUTO NERO ASSOLUTO PROTAGONISTA DI QUESTO LOOK FIRMATO DAVIDE CENCI: IL CAPPOTTO DOPPIOPETTO IN VELLUTO DI SETA NERO DONA LUCENTEZZA ED ELEGANZA. IL DOLCEVITA BIANCO È IN PURO CASHMERE E PRESENTA LAVORAZIONE A TRECCIA E PROFILI A CONTRASTO NERI. I PANTALONI RIPRENDONO IL TONO DEL CAPPOTTO E SONO REALIZZATI IN PREZIOSO TESSUTO JACQUARD ELASTICIZZATO.